La testa nella sabbia

I grandi della Terra, i potenti, decidono e compiono atti. La storia dell’umanità verrà scritta nei libri di Storia raccontando gli effetti di questi atti di forza, che sono stati comandati da quell’unica persona. Il potente è ago della bilancia, binario sempre in costante cambio di direzione che si dirige verso il futuro, cercando di deciderlo. La sua intelligenza, la sua logica, assieme alla sua cocciutaggine e alla sua pazzia, sono gli elementi che porteranno il potente a fare le sue scelte, che saranno anche le scelte del suo popolo, della sua nazione.
Il popolo può solo seguire queste indicazioni, mettere in maniera incerta un piede avanti all’altro e camminare nella direzione che il potente ha prefissato per lui. Non servirà che vengano date indicazioni chiare, non servirà gentilezza o cortesia per far sì che la nazione vada tutta nel senso deciso dal potente. Basterà che le guardie della sua potenza si ergano ritte di fronte ad ogni individuo della nazione e con comandi perentori e neanche troppo comprensibili, ma dati a gran voce, conducano il popolo a schierarsi dalla parte del potente. Sarà necessario che il popolo resti unito, immobile o quasi, a dare dimostrazione che la nazione è compatta e totalmente a favore di ciò che il potente si è prefissato di fare. Così il popolo farà da giustificazione agli intenti giusti o orrendi di chi ha deciso per lui e rimarrà in piedi di fronte al resto della Storia, a dimostrazione che anche il potente fa parte di quella stessa Storia.
Povero popolo imprigionato in gabbie troppo pesanti e troppo scure per poter vedere al di là del palcoscenico del suo territorio. Per poter resistere a queste angherìe l’unica cosa da fare è andare avanti lasciando la testa sotto la sabbia.

Davide Tibaldo