HAMLETMACHINE, un sogno lucido pieno di mani.

Vi è mai capitato di fare un sogno lucido? A me sì. Per chi non sapesse cos’è riporto qui la definizione, un’sogno lucido è il fenomeno di prender coscienza durante il sogno del fatto di stare dormendo, e la conseguente capacità di muoversi coscientemente all’interno di un sogno. Il “sognatore lucido”, detto anche onironauta, può, con la pratica, esplorare e modificare a piacere il proprio sogno.

Quando ho iniziato a fare sogni lucidi non capivo bene cosa mi stesse accadendo e la presa di coscienza di essere dentro un sogno può essere traumatica, ma col tempo e la pratica ho imparato a gestire la cosa. È una questione di esercizio, si parte dandosi dei “compiti base” da svegli, azioni molto semplici che possono servirti per capire se stai sognando o meno, io ne uso diverse, ma la prima che ho sperimentato sulla mia pelle è stata l’osservazione delle mie mani. La prima volta che le ho guardate in sogno hanno iniziato a sgretolarsi come sabbia e ad evaporare in una nuvola di polvere verso l’alto, mi sono svegliata di colpo. La seconda volta è stato diverso, mi sono sforzata e ho portato le mani davanti ai miei occhi, questa volta mi è sembrato di vederle davvero per la prima volta, erano nitide e piene di particolari, potevo vedere i pori e disegnare con precisione la mappa delle vene e dei capillari, sono rimasta dentro al mio sogno ed ho iniziato a modificarlo. Questa sera sono stata ossessionata dalle mani, lo spettacolo mi ha inchiodata alla sedia e ho iniziato a perdere la percezione del mio corpo, seguivo i dettagli che andavano a comporre un quadro in scena, la tela prendeva forma sotto i miei occhi con suoni e gesti, i corpi pennellavano movimenti precisi e pieni, corpi e respiri controllati in un incastro perfetto. Questa precisione mi ha catapultata lì e mi ha sospesa in un’altra dimensione, il tempo si è dilatato tanto da confondermi, mi sentivo incastrata in uno stallo atemporale. I corpi continuavano a muoversi nello spazio parlando ancor prima prima delle voci, dopo un po’ mi rendo conto che sono immobile da quando è iniziato, improvvisamente mi concentro sulle mie mani, le tengo incrociate sul grembo, sento che le dita premono tra loro, sembrano più pesanti, tutto il mio peso è lì. In scena le mani degli attori si muovono in una geometria precisa, mi incantano, sembra siano le mani a guidare il corpo e il corpo a seguirle preciso. Una serie di quadri iniziano a comporsi e scomporsi scivolando in altri quadri simili, a tratti mi sembra di essere in un’incubo. Ruota la prospettiva, quasi gira la testa, un senso di eternità e di fastidio, tutto si ripete uguale eppure non è così, ogni vota è diverso. Le mani mi inchiodano alla sedia. Le mani sono pesanti, riesco a sciogliere solo nell’applauso, poi un silenzio rituale.

Alice Centazzo